Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo scopre cosa è l’Olocausto (termine che deriva dal greco ?λ?καυστοςholòkaustos, "bruciato interamente" e in origine indicava una forma di sacrificio prevista dal giudaismo), frutto dell'ignobile progetto nazista di risoluzione, attraverso persecuzione e sterminio, del popolo ebraico.

Oltre allo sterminio degli ebrei, il Giorno della Memoria vuole ricordare anche le leggi razziali e la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, anch'essi italiani come tutti i connazionali deportati verso la prigionia e la morte. Tra essi tanti cittadini giusti che ebbero il coraggio di opporsi salvando tanti ebrei a prezzo delle loro vite.

Da quel giorno in cui vennero aperti i cancelli di quei luoghi di dolore e morte il mondo è cambiato per sempre.

Le vittime dell’olocausto si contano in 15 milioni di anime, non solo ebrei ma anche individui ritenuti "inferiori" perché oppositori politici, rom, sinti, testimoni di Geova, pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap.

La Legge n. 211/2000 ha istituito per il 27 gennaio il Giorno della Memoria, affinché ogni anno si commemori lo sterminio degli "indesiderabili".

L’articolo 1 della legge che istituisce il Giorno della Memoria recita:

"La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah".

Anche in riferimento allo sterminio del popolo ebraico è di grande significato che la Costituzione volle sancire, all'articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini con l'espressione "senza distinzione di razza". Un atto con cui i Padri Costituenti vollero tracciare, in modo inequivocabile che l'Italia, macchiatasi di un così grave misfatto, non esisteva più.