Il Presidente della Repubblica si configura come un potere «neutro», ovvero posto al di fuori della tripartizione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). Svolge una funzione di sorveglianza e coordinamento, secondo le norme stabilite dagli artt. 83 a 91 della Costituzione Italiana.

La sua figura super partes non è da intendersi come arbitro ma più che come una figura neutrale, un custode e un garante della Costituzione.

Nello svolgere il suo compito al Presidente è costantemente richiesto di ponderare i suoi interventi al fine di mantenere quel saggio equilibrio istituzionale che sta alla base dei valori formali e sostanziali riconducibili alla nostra Carta fondamentale.

Egli lavora costantemente con l’intento di perseguire la funzione di raccordo e di persuasione propria dell’ufficio presidenziale.

Negli ultimi trent’anni è diventata una figura politica sempre più rilevante, mutando il suo ruolo a seconda di chi lo ha ricoperto.

Per quanto un’interpretazione diffusa lo intenda come un semplice notaio che ratifica gli accadimenti politici, per lunghe fasi della storia repubblicana i presidenti hanno in realtà smentito questa esplicazione, rivelandosi protagonisti piuttosto attivi delle vicende politiche, scontrandosi con i partiti e assumendo un atteggiamento più interventista. Ed è capitato che uno stesso presidente restasse in disparte per alcune fasi del suo mandato, e cambiasse atteggiamento durante altri momenti.

Pur trovandosi al di fuori dei tradizionali poteri dello Stato e al di sopra di tutte le parti politiche, le sue competenze incidono su di essi allo scopo di salvaguardare la loro separazione, interazione ed equilibrio.

Un indicatore della mutevolezza delle funzioni svolte nel corso degli anni dai vari presidenti è il numero dei viaggi compiuti: in passato non si spostavano molto, né in Italia né all’estero.

Le loro apparizioni avvenivano soprattutto in occasioni come l’inaugurazione di opere pubbliche, motivo per cui venivano chiamati taglianastri. Poi le cose cambiarono negli anni Ottanta, con Sandro Pertini, e ancora di più negli anni Novanta. Gli ultimi presidenti hanno fatto decine di viaggi, che a volte prevedevano incontri più informali ma spesso sono state vere e proprie visite di Stato, con un cerimoniale preciso ed il picchetto militare di accoglienza.

Oggi, il mandato dell’attuale presidente è ormai giunto al termine: Sergio Mattarella è riuscito in pieno nello svolgimento delle sue funzioni soprattutto in relazione alla circostanza che quando è stata scritta la Costituzione, nessuno immaginava una pandemia come questa che stiamo vivendo.

In particolare negli ultimi due anni del settennato la sua figura è stata fondamentale per l’ordinamento italiano: è stato un architrave imprescindibile per il funzionamento delle istituzioni rappresentando, con le sue parole rassicuranti, un punto di rifermento in un momento di così grave crisi.

A questo punto non ci resta che attendere nei prossimi giorni l’elezione del futuro Presidente: una persona che deve quantomeno essere espressione della maggioranza assoluta di tutti i nostri rappresentanti, del Parlamento nonché delle Regioni … staremo a vedere chi meriterà tale ruolo!