Dopo le festività natalizie, vissute nel raccoglimento familiare, giunge il Capodanno che ci proietta verso il futuro attraverso il desiderio di festeggiarlo insieme, spesso accanto a persone che non conosciamo, in una delle tante piazze italiane, tutti in attesa della mezzanotte.

Siamo all’epilogo di questo 2025, trascorso tra scenari che hanno minato la serenità di ciascuno di noi. Non possiamo però nascondere che guardiamo al 2026 con una certa apprensione, alla luce di quanto accade ogni giorno nel mondo. A ben guardare, emerge un parallelo tra la nascita del nuovo anno e la nascita di Gesù Bambino, se leggiamo nel Vangelo le sofferenze patite da Maria e Giuseppe, costretti alla fuga per sottrarsi alla persecuzione di Erode.

In fondo, ci sentiamo un po’ tutti come bambini ai quali viene minata una quotidianità serena e gioiosa. Lo stesso vale per i nostri anziani, spesso attraversati da timori cupi per il futuro, forti del loro vissuto che insegna come i ricorsi della storia siano purtroppo segnati anche da eventi tragici.

Auspichiamo dunque che il 2026 porti con sé rinnovate speranze e un epilogo positivo alle tante tensioni e guerre che affliggono il mondo. Nel frattempo, ognuno di noi può contribuire iniziando a risolvere le proprie piccole guerre quotidiane, a partire dal rapporto con chi ci è più vicino. È infatti il sentirsi famiglia, nel senso elettivo del termine, che può muovere i primi passi verso una rinascita sociale, affinché pace e serenità possano tornare ad appartenere a tutti.