Crescita demografica pari a zero, crisi lavorativa, fuga dei giovani dal Paese ed allora come garantire l'erogazione delle pensioni nel prossimo futuro?

La domanda gira da un po' di tempo tra gli addetti ai lavori per via dei cittadini nati tra il 1945 ed il 1980 e classificati dal lessico comune come baby boomer.

Nati in un periodo economico favorevole del nostro Paese i baby boomer sono l'espressione della ricchezza nazionale di quei decenni con cui era garantita la possibilità di metter su famiglia con un numero di nascite di un periodo luminoso che ha visto l'Italia vincere nel 1959 e nel 1964 l'oscar di paese con la moneta tra le più forti al mondo, riconoscimento all'esponenziale crescita con cui si sono attratti investitori stranieri grazie alla stabilità della Lira.

Boom economico, boom demografico … da qui i baby boomer che oggi, ormai adulti, sono prossimi ad entrare nel sistema pensionistico in un periodo storico di instabilità economica e geopolitica mondiale.

Alla luce delle difficoltà presenti e future occorre studiare soluzioni a fronte della natività zero a cui si aggiunge l'aumento dell'età media di vita che ci vede tra i più longevi al mondo. Di fatto, e con una punta di ironia, soffriamo economicamente del male di lunga vita!

Si avverte quindi il pericolo di un default del sistema previdenziale se, al crescere dei cittadini nella fascia della terza età, non si avranno nuove generazioni avviate al lavoro.

Le risposte passano necessariamente dalla relazione costruttiva tra politiche del lavoro e sistema previdenziale che prevedano soluzioni agevolate d'integrazione previdenziale come le forme assicurative private chiaramente in termini economici abbordabili per il cittadino alla luce del'esiguo potere d'acquisto legato anche alla lenta crescita delle remunerazioni lavorative argomento che trova approfondimento in un nostro articolo appena edito sul nostro sito.

Ad oggi il Governo non ha ancora varato la riforma pensionistica, annosa questio rinviata di anno in anno, ma vi sono correzioni sui requisiti d'età per l'ingresso anticipato con Quota 100, 102, 103, Ape Sociale, Quota Donna, etc … una linea d'intenti che rende possibile l'accesso anticipato ma con un maggior carico economico per il cittadino, al fine di ottenere un risparmio dei costi sopportati: un tale orientamento prevede quindi un ulteriore innalzamento dell'età pensionabile.

Queste situazioni muovono l'allarmismo non perché il sistema previdenziale non avesse previsto la crisi del bilancio ma oggi tra i baby boomer prossimi alla pensione e le crisi economiche con relative derive sul mondo del lavoro, hanno ridotto i tempi ad un massimo di quindici anni. Neppure i confortanti dati sull'aumento di impiegati al lavoro risolve il problema alla luce del numero di disoccupati che ci colloca tra i primi nell'UE.

Alla generazione dei baby boomer oggi si contrappongono i Neet (not engaged in educational, emplyement or training) acronimo per chi, tra i 15 ed i 29 anni, è assente da ogni forma di lavoro, formazione e studio. Il numero si aggira sui due milioni e tende a crescere, ad essi si aggiunga l'aumento della spesa sanitaria in quanto la longevità a cui abbiamo accennato non ci rende immuni da malattie e relative cure.

Difficili le soluzioni poiché difficili le riflessioni sul futuro pensionistico ma i tempi stringono ed occorre trovare risposte.