Crescono le preoccupazioni di lavoratori e pensionati nel vedere il loro potere d'acquisto economico diminuire a causa dell'inflazione, condizione che accresce le difficoltà dei possessori di redditi minimi, siano essi salari o pensioni, come anche il ceto medio coinvolto da anni in un processo di depauperamento del suo status socio-economico.

La necessità di un adeguamento remunerativo di salari e pensioni è al centro del confronto tra forze politiche, Inps e Sindacati, compito arduo vista la limitazione delle risorse statali e le difficoltà del governo a comporre la nuova legge di bilancio dovendo tener conto dell'aumento dei tassi d'interesse adottato dalla BCE, quindi del costo del denaro per tutti noi, dovuto proprio all'inflazione. Ciò è motivo di preoccupazione per i paesi membri dell'unione i quali hanno già approntato tavoli di concertazione circa le politiche sociali riguardanti la crescita, l'inclusione e la sostenibilità alfine di trovare soluzioni idonee e rispondenti alle prossime manovre sulla nuova flessibilità europea che sarà improntato sul rigore come adottato per l'iter di richiesta dei fondi PNRR.

Nel frattempo si chiede alla BCE di porre un freno ai continui rialzi dei tassi d'interesse al fine di dare respiro alle magre risorse economiche di quei nostri cittadini in affanno per le ricadute sulle politiche di sussistenza che già hanno visto il significativo cambio di scenario del reddito di cittadinanza sostituito da un bonus di 350,00 euro mensili destinato solo a coloro che parteciperanno alle diverse attività previste dal Governo tra cui i percorsi formativi regionali divisi in due formule da 150 ore e da 400-600 ore. Con tale provvedimento si garantirà il benefit ancora, ma non oltre, i 12 mesi. Altra voce a destare preoccupazione è il possibile ridimensionamento dei fondi destinati al sistema sanitario. Non da ultimo, l'aumento degli stipendi ed il salario minimo, per quest'ultimo il governo ha incaricato il Cnel ad uno studio in merito, sono al centro di ulteriori discussioni.

Il governo dunque pur annunciando che il prossimo sarà un anno alquanto difficile ha confermato che al centro della legge di bilancio ci saranno le politiche d'intervento per il lavoro e la famiglia.

L'intervento sulle pensioni sarà dunque di carattere selettivo e le novità un piano d'intervento pensionistico agevolato per gli under 35 alfine di garantire un futuro più sereno alle nuove generazioni alle prese con un mondo del lavoro che non offre grandi prospettive.

Veniamo ora, nello specifico, alla questione pensionistica.

Nel 2023 si è avuta una rivalutazione del 7,3% poi rivisto all'8,1% che verrà corrisposto il prossimo anno. Le pensioni di vecchiaia e d'invalidità godranno di aumenti relativi all'adeguamento dell'inflazione. Lo stesso dicasi per le pensioni minime e per chi ha superato i 75 anni d'età. Anche la 14esima dovrebbe aumentare per chi ha almeno 64 anni con pensione anticipata o di vecchiaia o di reversibilità o d'invalidità. In termini economici parliamo di somme che vanno dai 336,00 euro ai 655,00 euro.

Questo 2023 ha registrato l'aumento a 600,00 euro per gli oltre 75 anni, delle pensioni minime e si prevede un'ulteriore rivalutazione. In generale si prospetta un aumento del 2,7% ma le discussioni in merito, come detto poc'anzi, tra governo ed opposizione, sindacati ed Inps sono ancora aperte.

In generale, nel computo delle rivalutazioni come della legge di bilancio pesa il tasso d'inflazione ed il costo del denaro, una spada di Damocle che speriamo non debba pendere per troppo tempo sulle teste dei cittadini.